PDF: Artist Statement

A consciousness of place runs throughout my personal and collaborative projects. I build films, installations, digital images, sounds, and video projection performances that explore our relationships with place and time, to probe how identity is shaped by tensions raised by our attachments to or de-attachments from our built and natural environments.

I often identify cultural landscapes that have been marked by emptiness, and treat them as agents in a social context, with a complex history. I then casts these locations as characters and records relationships between them, people, structures, and natural elements with which they engage. Intermixing documentary and fiction film techniques, my work projects external narratives of absence and presence to elicit an internal narrative of alienation. The tension between these narratives raises questions about the structure of culture and the nature of thought, and illuminate qualities of a common experience. Yet the works also yield something of the mysterious.

This narrative tension, rendered through the poetic use of the camera, minimal compositions, and video projections within different spatial contexts produce an experience at once meditative and disorienting, but in the end, human. Upholding a `cinema of imperfection’ that reveals the materiality of the image, my work seeks to move beyond a perceived transparent reality to a place of visual plasticity and sublime emotional experience.

PDF: Dichiarazione dell’artista

I miei progetti, sia individuali che in collaborazione con altri artisti, sono caratterizzati da una consapevolezza del luogo. Realizzo film, installazioni artistiche, immagini digitali, suoni e performance con proiezioni di video, che esplorarono i rapporti con il luogo e il tempo, per indagare come l’identità venga costruita attraverso tensioni derivanti dai nostri legami o dall’assenza di connessioni con gli ambienti edificati e naturali.

Spesso individuo paesaggi culturali che sono stati segnati dal vuoto, e li tratto come agenti all’interno di un contesto sociale, con una storia complessa. Adopero questi luoghi come se fossero personaggi e registra rapporti fra di essi, con le persone, le strutture e gli elementi naturali con cui interagiscono. Mescolando tecniche proprie dei documentari e dei film di finzione, le opere proiettano narrazioni esterne di assenza e presenza per suscitare una narrazione interna di alienazione. La tensione fra queste narrazioni solleva interrogativi riguardanti la struttura della cultura e la natura del pensiero, e mette in luce le qualità di un’esperienza comune. Allo stesso tempo, queste opere danno spazio a qualcosa di misterioso.

Questa tensione narrativa, prodotta attraverso l’uso poetico della macchina da presa, le composizioni ridotte al minimo e le proiezioni video all’interno di contesti diversi a livello di spazio, produce un’esperienza al contempo meditativa e straniante, ma in ultima analisi umana. Nel sostenere un “cinema di imperfezione” che rivela la materialità dell’immagine, il mio lavoro visuale si prefigge di andare oltre la realtà percepita come evidente per approdare a un luogo di plasticità visiva e di sublime esperienza emozionale.